“Il Presidente della Regione Marche Acquaroli e la sua giunta hanno spostato le pedine rimandando la soluzione dei problemi della sanità regionale e creando ancora più caos.Hanno inoltre nominato il nuovo direttore del dipartimento regionale salute; nulla da dire sulla persona e sulla professionalità del Dott. Draisci, ma si tratta di una figura prettamente amministrativa chiamata per i prossimi 3 anni ad un compito ben diverso.In un momento così critico un’amministrazione lungimirante e di buon senso avrebbe dovuto individuare una figura in grado di analizzare i reali fabbisogni sanitari e calarli nel territorio, costruendo lo scenario futuro della sanità di un territorio così piccolo ma molto differenziato come quello marchigiano.
E ancora… commissari straordinari chiamati a coprire più ampi territori come nel caso del Dott. Grinta, commissario straordinario dell’Ast di Fermo e ora nominato anche dell’Ast 5 di Ascoli Piceno. Un valzer che non risolve nessuna delle criticità presenti nel sistema sanitario e anzi… rinvia ancora una volta la scelta della governance. Mentre è in atto una profonda crisi con i pronto soccorso che non funzionano, liste di attesa lunghissime, la mobilità passiva e un forzato ricorso alla sanità privata, si decide di lasciare sospeso ogni intervento volto a migliorare efficienza e funzionalità. Ben altro diceva la destra in campagna elettorale dove prometteva rapide e facili soluzioni. È quindi una fotografia allarmante e che, al di là delle belle parole, non palesa nessun impegno concreto al riequilibrio delle risorse per correggere una situazione distorta che va a colpire il nostro territorio. Una riforma del genere, come più volte abbiamo ricordato, non poteva essere realizzata a invarianza finanziaria andando a creare quelle che sono, di fatto, scatole vuote; ed ecco che il diritto alla salute viene compromesso per mancanza di risorse umane ed economiche.
Per l’Assessore Saltamartini ogni provincia dovrà trovare le risorse necessarie, in una sorta di autonomia, alle prestazioni all’interno dei propri confini. E questo era proprio ciò che si temeva… in che modo quindi si potrà garantire l’emodinamica? Come si potrà avere il personale necessario affinché determinati servizi possano essere all’altezza delle esigenze? Come risolvere la promiscuità del pronto soccorso? È chiaro che ad essere colpito è il sistema pubblico rimpiazzato sempre più dal privato che non tutti possono permettersi. Non hanno nemmeno chiarito come si andranno a ridisegnare distretti ed ambiti: non è dato sapere come il sociale possa non restare schiacciato dalla riforma dato che non potranno aumentare i distretti (13) per farli coincidere con gli Ambiti (23). Davvero intendono sacrificare il sociale e le sue progettualità?! Come Partito Democratico daremo battaglia con momenti di confronto (come fatto da un anno a questa parte) e l’organizzazione di una manifestazione coinvolgendo le parti sociali e gli amministratori.
Da tempo denunciamo l’operato della Giunta Acquaroli, insieme al consigliere regionale Cesetti, con posizioni chiare sulla situazione del Murri e del pronto soccorso, affidato addirittura a cooperative private con costi esorbitanti; sulla mancanza di personale; sul numero di posti letto più basso della Regione in rapporto al numero di abitanti; sulla doverosa riapertura del reparto di medicina di Amandola, in merito ricordiamo anche l’interrogazione del Senatore Verducci; sulla necessità di convocare la conferenza dei Sindaci; così come la richiesta di un consiglio comunale aperto a Fermo richiesto dai consiglieri comunali; sulla mancanza di guardie mediche, come, ad esempio, a Montegranaro e Porto S. Elpidio. Quest’ultimo è il secondo comune della Provincia ed esprime addirittura un consigliere regionale di maggioranza! È necessario che i Sindaci avanzino al più presto delle osservazioni al piano socio-sanitario e che siano presenti per alzare la voce con tutti coloro che vogliono difendere la sanità pubblica. Il PSSR dovrebbe avere l’obiettivo di garantire omogeneità di trattamento e assicurare livelli uniformi ed essenziali di assistenza su tutto il territorio regionale. Per fortuna anche chi vedeva inizialmente di buon occhio questa riorganizzazione si sta rendendo conto ora di quanto sia colma di falle e quindi deleteria”.